L'uomo senza volto
Regia: Mel Gibson
USA, 1993
Diretto
e interpretato da Mel Gibson nel ruolo di un uomo dal volto per metà
sfigurato a causa di una tremenda ustione, L'uomo senza volto ha come
protagonista il giovanissimo Nick Stahl, tredicenne all'epoca delle
riprese, che dopo questa prima pellicola avrà una soddisfacente carriera
cinematografica (con un ruolo anche in Sin City di Frank Miller e
Robert Rodriguez).
Ambientato in un paesino nel
nord-ovest degli Stati Uniti dove tutti si fanno gli affari degli altri,
alla fine di un decennio - gli anni Sessanta - in cui montava la
protesta contro la guerra nel Vietnam e iniziavano a spopolare i figli
dei fiori, questo film è un dramma per spettatori di tutte le età nel
quale il preadolescente Chuck Nordstadt (Nick Stahl) incontra
casualmente Justin McLeod (Mel Gibson) e gli chiede di fargli da
insegnante di latino e geometria perché alla fine dell'estate dovrà
sostenere il test d'ingresso all'accademia militare di West Point.
Elementi
portanti della trama sono il mistero dietro al volto sfigurato di
McLeod (e più in generale dietro alla sua persona: nessuno nella
cittadina lo conosce perché vive completamente isolato, e su di lui
circolano voci di tutti i tipi), il rapporto fra Nordstadt e McLeod (il
primo propenso a vederlo come un mostro, il secondo restio a fargli da
insegnante) e il rapporto conflittuale fra Nordstadt e i suoi
famigliari.
L'uomo senza volto è un film sulla
crescita (nel senso della maturazione che porta a diventare adulti) e
sullo studio e l'apprendimento (intesi come trasmissioni di conoscenze e
valori che non formano solo un bagaglio di nozioni, ma che
contribuiscono alla maturazione e alla crescita interiore, dando vita a
un legame intenso fra maestro e allievo), nel quale questi temi sono
affrontati con intelligenza e cognizione di causa.
Che
la trama sia totalmente telefonata non è affatto una pecca (tra l'altro
si capisce che gli autori del film ne erano perfettamente consapevoli),
perché l'attenzione di Gibson è focalizzata interamente sul costruire
mattone dopo mattone il rapporto fra i due personaggi e la loro
evoluzione psicologica.
In definitiva L'uomo senza
volto è un buon film che si colloca sulla scia di classici di quegli
anni come Stand by me e L'attimo fuggente.
Da
segnalare alcuni riferimenti fumettistici. Il ragazzino è un
appassionato di fumetti di supereroi. Viene mostrato mentre legge un
albo di Thor e uno di Batman, e quando il suo insegnante gli chiede di
scrivere un tema lui scegli come argomento proprio i supereroi della
Marvel (scrive un tema sul perché Silver Surfer è un personaggio
migliore di Spider-Man). Nell'albo di Batman letto dal ragazzo compare
Due Facce: è un riferimento all'aspetto di McLeon, che ha mezzo volto
sano e mezzo sfigurato.
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