Love Actually - L'amore davvero
Regia: Richard Curtis
Con Hugh Grant, Colin Firth, Emma Thompson, Liam Neeson, Keira Knightley, Laura Linney, Rowan Atkinson
Gran Bretagna, 2003
Dopo avere sceneggiato Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e Il diario di Bridget Jones, Richard Curtis esordisce alla regia con Love Actually - L'amore davvero, commedia sentimentale nella quale vengono raccontate le vicende di decine di personaggi collegati in maniera blanda l'uno con l'altro.
Nel film si intrecciano varie trame che sono del tutto autonome, e che hanno dei punti di contatto soltanto labili (esempi: un personaggio di una trama è fratello della protagonista di un'altra; oppure un cantante pop a cui è dedicata una trama appare in tv e viene visto da un altro personaggio in una trama diversa; e così via). Uno dei piaceri del film - secondario ma gustoso - è individuare i punti di contatto seminati qua e là, fino alla scena finale in cui accade un evento che riunisce tutti.
Contatti narrativi a parte, il vero filo rosso che unisce tutte le sottotrame del film, come del resto dichiarato dal titolo, è l'amore. Love Actually - L'amore davvero è una commedia romantica nella quale la grande varietà di personaggi e situazioni permette al regista e sceneggiatore di esplorare l'argomento in maniera caleidoscopica, usando l'ingrediente dell'ironia per non rendere il film troppo melenso.
Va sottolineato che il film è del 2003. E' vero che Curtis era portato a sceneggiare commedie sentimentali, ma è altrettanto vero che questo film in particolare è nato come reazione agli attentati dell'11 settembre 2001. In un periodo cupo e privo di speranza Curtis ha provato a dare voce a un sentimento che non fosse la rassegnazione, la brama di vendetta, lo sconforto o l'odio. Non a caso all'inizio del film c'è un breve cappello iniziale nel quale viene detto che le vittime degli attentati, negli istanti prima della morte, si erano messe in contatto con le persone care per dire parole d'amore, e non con quelle che non sopportavano per sfogare il loro odio. L'universalità del sentimento dell'amore è ripresa al termine del film, quando, dopo avere ricomposto i frammenti narrativi mostrati nel corso del film in una scena finale collettiva, il regista non si limita a dare unità a tutti i personaggi del film, ma estende questa unità a tutti gli esseri umani. Dopo avere diviso lo schermo in otto parti per mostrare contemporaneamente le otto vite dei personaggi, divide lo schermo sempre di più, per includere sempre più vite.
Il risultato è un film di buon livello nel quale Richard Curtis ritrova Hugh Grant e Colin Firth (entrambi si erano già visti ne Il diario di Bridget Jones; Grant anche negli altri film sceneggiati da Curtis) e si avvale di attori che forniscono ottime prove (Liam Neeson, Emma Thompson, Keira Knightley, Andrew Lincoln e altri). Ci sono inoltre dei camei di Claudia Schiffer e soprattutto di Rowan Atkinson.
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