Quella sporca dozzina (1967)

 


Quella sporca dozzina
Regia di Robert Aldrich
Con Lee Marvin, Ernest Borgnine, Charles Bronson, Telly Savalas, Jim Brown, John Cassavetes, Richard Jaeckel, George Kennedy
USA, 1967

"Quella sporca dozzina", diretto da Robert Aldrich nel 1967, ha dalla sua innanzitutto un titolo mitico, che da solo contribuisce a dare al film un'aura di straordinarietà. Non è poco e va sottolineato, perché anche la scelta del titolo - "The Dirty Dozen" in originale, dall'omonimo romanzo di E.M. Nathanson - fa parte del processo creativo o decisionale.
Il film, ambientato durante la Seconda guerra mondiale, ha come protagonista il maggiore John Reisman (Lee Marvin), incaricato dal generale Worden (Ernest Borgnine) di addestrare una squadra di dodici avanzi di galera affinché compiano una missione quasi suicida nella Francia occupata dai nazisti. Nella pellicola vengono raccontati tutti i passaggi che portano dalla scelta dei membri della squadra al compimento della missione.
Per quanto riguarda la recitazione, il film è immerso in pieno nelle modalità produttive degli anni Sessanta. Sebbene in rare circostanze, ci sono dei caratteristi, che non stonano affatto e sono inseriti con intelligenza all'interno della pellicola. Invece, quanto agli attori principali, c'è un ricorso alla teatralità nelle scene in cui combattono corpo a corpo (i pugni palesemente finti) e in quelle in cui muoiono. Personalmente non gradisco questo tipo di recitazione.
Dal punto di vista della sceneggiatura, a mio parere il film ha un difetto nella parte in cui la sporca dozzina partecipa all'esercitazione militare con l'incarico di conquistare il posto di comando del colonnello Breed. I dodici fanno ricorso a un piano machiavellico con falsi incidenti d'auto e furti di ambulanze per giungere al posto di comando, quando in realtà gli basterebbe andare lì senza bisogno di quelle macchinazioni. Magari è un mio difetto nella comprensione di questa scena, ma ho avuto l'impressione che la macchinosità del piano fosse ingiustificata e gli sceneggiatori abbiano cercato solo di confondere le carte in tavola.
A parte queste due sbavature il film è interessante, sebbene anche la parte finale riguardante il combattimento sul suolo francese mi dia una vaga sensazione di essere artefatta e gonfiata dagli sceneggiatori, allo stesso modo della scena dell'esercitazione.
Un motivo di interesse - come sempre con questo tipo di film - è la presa di posizione sulla guerra e su chi vi partecipa. "Quella sporca dozzina" non rientra fra le pellicole antimilitariste, e un suo obiettivo è celebrare la capacità dei soldati di compiere atti eroici.
Mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca quella che ho percepito come una sorta di assoluzione delle alte cariche dell'esercito. Siccome l'operazione quasi suicida è affidata a degli avanzi di galera messi davanti all'alternativa fra essere impiccati o compiere la missione, si ricava l'idea che nelle altre operazioni militari i generali aborriscano il mandare i soldati incontro alla morte, e non facciano calcoli sulla possibilità e sul numero di vittime nel loro schieramento. Ma è chiaro che non è così.

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