08 novembre 2024

Il giorno più lungo (1962)

 


Il giorno più lungo
Regia: Darryl F. Zanuck, Ken Annakin (esterni inglesi e francesi), Bernhard Wicki (episodi tedeschi), Andrew Marton (esterni americani), Gerd Oswald (scene di paracadutismo)
USA, 1962

Privo di un attore protagonista, ma con un cast davvero ampio di nomi noti dell'epoca, "Il giorno più lungo" è un film corale sullo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, raccontato dai punti di vista degli eserciti in campo e della resistenza e della popolazione civile francese.
Il vero protagonista del film è l'evento storico, narrato ricamando l'una con l'altra le vicende e le vite di molti uomini che lo vissero in una miriade di modi diversi: come soldati sbarcati sulla spiaggia, come paracadutisti atterrati nelle retrovie, come membri della resistenza francese impegnati in operazioni di sabotaggio, come generali nei centri di comando, come civili residenti nei luoghi della battaglia, e così via. Da questo punto di vista risalta un grande pregio ottenuto dal produttore e regista Darryl F. Zanuck e dallo sceneggiatore principale Cornelius Ryan (anche autore del saggio omonimo del 1959 da cui è tratto il film): l'essere riusciti a dare equilibrio a un grande numero di avvenimenti e attori senza che nessuno di essi risultasse preponderante e soffocasse gli altri, e allo stesso tempo l'avere costruito un'opera unitaria nella quale l'assenza di un attore protagonista con una sua storia particolare a fare da ossatura non provocasse frammentarietà.
L'evento storico è al centro, e per sottolinearlo Zanuck decise di girare gli esterni proprio in Normandia nei luoghi dove nel 1944 avvenne lo sbarco. Le scene di guerra sono imponenti per il dispiegamento di mezzi e comparse sulle spiagge e nell'entroterra (non a caso i due Premi Oscar vinti dal film andarono alla fotografia di Jean Bourgoin, Walter Wottitz e Henri Persin e agli effetti speciali di Robert MacDonald e Jacques Maumont).
Innovativo per quanto riguarda la struttura narrativa e la rappresentazione delle scene di guerra, "Il giorno più lungo" conserva l'abitudine tipica dell'epoca di fare ricorso a intermezzi distensivi recitati da attori caratteristi. Essendo ben dosati, questi momenti si integrano bene nell'opera.
Vorrei però soffermarmi su una sequenza interpretata da un caratterista. Quando le migliaia di navi alleate arrivano in prossimità della costa e iniziano a cannoneggiare le postazioni tedesche, colpendo gli obiettivi militari e facendo tremare vistosamente una casa in riva al mare abitata da civili francesi, il proprietario dell'abitazione inizia a fare i salti di gioia nonostante le bombe rovinino la sua casa e possano colpire a morte anche lui. Non che voglia fare la morale accusando il regista e lo sceneggiatore di essere stati insensibili nei confronti dei civili morti a causa dei bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale. Quella guerra rappresentata in un film del 1962 non è paragonabile con il Vietnam che emerge da Apocalypse Now e Full Metal Jacket. Non sono diverse soltanto le guerre, ma anche il contesto in cui sono stati girati i film: "Il giorno più lungo" arriva poco dopo gli anni del Maccartismo, l'opinione generale era che nella Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti fossero stati i liberatori, e l'uso dei caratteristi era lo standard nei film dell'epoca. Ci sono ragioni politiche, sociali e produttive dietro sequenze come questa, nella quale - a decenni di distanza si può discutere se fosse giusto o sbagliato senza gettare la croce addosso agli autori - il caratterista che balla sotto le bombe va visto in chiave simbolica, come rappresentazione dei Francesi gioiosi per la liberazione dagli invasori tedeschi.
Un altro pregio del film è di non eccedere nella rappresentazione di un eroismo stucchevole. La scena più delicata, nella quale il generale Theodore Roosevelt Jr. (figlio del Presidente degli Stati Uniti Teddy Roosevelt, in carica all'inizio del Novecento) chiede a un superiore di poter sbarcare in prima linea con i suoi soldati, è affrontata in modo asciutto e senza eccessi, e anche nelle scene dei combattimenti non ci sono esagerazioni.
Va infine fatto un cenno al cast sterminato, non solo per via dei nomi degli attori coinvolti (per esempio Sean Connery, Henry Fonda, John Wayne e Rod Steiger, ma l'elenco è lungo) ma anche perché alcuni di loro nel 1944 erano stati parte dell'avvenimento storico. 

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