Il giorno più lungo
Regia:
Darryl F. Zanuck, Ken Annakin (esterni inglesi e francesi), Bernhard
Wicki (episodi tedeschi), Andrew Marton (esterni americani), Gerd Oswald
(scene di paracadutismo)
USA, 1962
Privo
di un attore protagonista, ma con un cast davvero ampio di nomi noti
dell'epoca, "Il giorno più lungo" è un film corale sullo sbarco in
Normandia del 6 giugno 1944, raccontato dai punti di vista degli
eserciti in campo e della resistenza e della popolazione civile
francese.
Il vero protagonista del film è l'evento
storico, narrato ricamando l'una con l'altra le vicende e le vite di
molti uomini che lo vissero in una miriade di modi diversi: come soldati
sbarcati sulla spiaggia, come paracadutisti atterrati nelle retrovie,
come membri della resistenza francese impegnati in operazioni di
sabotaggio, come generali nei centri di comando, come civili residenti
nei luoghi della battaglia, e così via. Da questo punto di vista risalta
un grande pregio ottenuto dal produttore e regista Darryl F. Zanuck e
dallo sceneggiatore principale Cornelius Ryan (anche autore del saggio
omonimo del 1959 da cui è tratto il film): l'essere riusciti a dare
equilibrio a un grande numero di avvenimenti e attori senza che nessuno
di essi risultasse preponderante e soffocasse gli altri, e allo stesso
tempo l'avere costruito un'opera unitaria nella quale l'assenza di un
attore protagonista con una sua storia particolare a fare da ossatura
non provocasse frammentarietà.
L'evento storico è al
centro, e per sottolinearlo Zanuck decise di girare gli esterni proprio
in Normandia nei luoghi dove nel 1944 avvenne lo sbarco. Le scene di
guerra sono imponenti per il dispiegamento di mezzi e comparse sulle
spiagge e nell'entroterra (non a caso i due Premi Oscar vinti dal film
andarono alla fotografia di Jean Bourgoin, Walter Wottitz e Henri Persin
e agli effetti speciali di Robert MacDonald e Jacques Maumont).
Innovativo
per quanto riguarda la struttura narrativa e la rappresentazione delle
scene di guerra, "Il giorno più lungo" conserva l'abitudine tipica
dell'epoca di fare ricorso a intermezzi distensivi recitati da attori
caratteristi. Essendo ben dosati, questi momenti si integrano bene
nell'opera.
Vorrei però soffermarmi su una sequenza
interpretata da un caratterista. Quando le migliaia di navi alleate
arrivano in prossimità della costa e iniziano a cannoneggiare le
postazioni tedesche, colpendo gli obiettivi militari e facendo tremare
vistosamente una casa in riva al mare abitata da civili francesi, il
proprietario dell'abitazione inizia a fare i salti di gioia nonostante
le bombe rovinino la sua casa e possano colpire a morte anche lui. Non
che voglia fare la morale accusando il regista e lo sceneggiatore di
essere stati insensibili nei confronti dei civili morti a causa dei
bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale. Quella guerra
rappresentata in un film del 1962 non è paragonabile con il Vietnam che
emerge da Apocalypse Now e Full Metal Jacket. Non sono diverse soltanto
le guerre, ma anche il contesto in cui sono stati girati i film: "Il
giorno più lungo" arriva poco dopo gli anni del Maccartismo, l'opinione
generale era che nella Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti fossero
stati i liberatori, e l'uso dei caratteristi era lo standard nei film
dell'epoca. Ci sono ragioni politiche, sociali e produttive dietro
sequenze come questa, nella quale - a decenni di distanza si può
discutere se fosse giusto o sbagliato senza gettare la croce addosso
agli autori - il caratterista che balla sotto le bombe va visto in
chiave simbolica, come rappresentazione dei Francesi gioiosi per la
liberazione dagli invasori tedeschi.
Un altro pregio
del film è di non eccedere nella rappresentazione di un eroismo
stucchevole. La scena più delicata, nella quale il generale Theodore
Roosevelt Jr. (figlio del Presidente degli Stati Uniti Teddy Roosevelt,
in carica all'inizio del Novecento) chiede a un superiore di poter
sbarcare in prima linea con i suoi soldati, è affrontata in modo
asciutto e senza eccessi, e anche nelle scene dei combattimenti non ci
sono esagerazioni.
Va infine fatto un cenno al cast
sterminato, non solo per via dei nomi degli attori coinvolti (per
esempio Sean Connery, Henry Fonda, John Wayne e Rod Steiger, ma l'elenco
è lungo) ma anche perché alcuni di loro nel 1944 erano stati parte
dell'avvenimento storico.
Nessun commento:
Posta un commento