C'è post@ per te (1998)
C'è post@ per te
Regia di Nora Ephron
Con Meg Ryan, Tom Hanks, Parker Posey, Greg Kinnear, Jean Stapleton
USA, 1998
In questo film che è un rifacimento in chiave tecnologica di "Scrivimi fermo posta" (1940) di Ernst Lubitsch, Kathleen (Meg Ryan) è la proprietaria di una piccola libreria per bambini a New York. Nel tranquillo quartiere in cui ha sede la sua attività, esattamente di fronte al suo negozio, apre una libreria immensa della catena Fox and Sons, il cui proprietario è John (Tom Hanks), che rovina gli affari della libreria per bambini. I due concorrenti non sanno che, pur essendo rivali nella realtà, si scambiano email mielose in internet (nel film di Lubitsch i due innamorati inconsapevoli si scrivevano lettere tradizionali) usando gli pseudonimi "Shopgirl" e "NY152" al posto dei nomi reali. Prima o poi il nodo causato da liti reali e innamoramenti virtuali verrà al pettine...
Il film ha vari pregi. In primo luogo la recitazione di Meg Ryan, vera protagonista del film. Sono notevoli anche le scenografie, che riportano alla mente la New York di Woody Allen. Divertenti poi le citazioni de "Il padrino", considerato da John una sorta di I-Ching. Nonostante sia ovvio e "necessario" che la vicenda si sviluppi in modo favorevole ai due protagonisti, l'intreccio è ben gestito.
L'unico difetto del film sta in un aspetto della sceneggiatura. Fra la Kathleen e il John reali non c'è una semplice antipatia, bensì due modi diversi e contrapposti di concepire l'attività che caratterizza le loro vite, cioè vendere libri. E' uno scontro filosofico e anche di classe che segna i due personaggi in modo profondo. Nella fase finale del film, quando i due si riappacificano, le divergenze vengono superate in maniera troppo frettolosa, senza delle vere e solide motivazioni narrative e psicologiche (a parte la scoperta che i due si scrivevano messaggi affettuosi in internet senza conoscere le loro identità reali). Sembra che Kathleen e John passino sopra alla loro rivalità e al loro odio reciproco semplicemente perché è lo sceneggiatore, con la sua mano che interviene dall'esterno, a volere che le cose vadano così.
Tutto sommato il film ha le caratteristiche di una sorta di favola irreale, quindi si può anche apprezzarlo sorvolando su questo aspetto della sceneggiatura.
Commenti