La prima notte di quiete (1972)
La prima notte di quiete
Regia: Valerio Zurlini
Con Alain Delon, Giancarlo Giannini, Sonia Petrova, Renato Salvatori, Lea Massari, Adalberto Maria Merli, Alida Valli
Italia, 1972
Ambientato a Rimini durante un inverno nebbioso e piovoso, "La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini (regista, soggettista e co-sceneggiatore assieme a Enrico Medioli) ha come protagonista Alain Delon nei panni di Daniele Dominici, uno squattrinato professore di liceo che giunge a Rimini per fare il supplente e si innamora di una sua studentessa, Vanina Abati (interpretata dalla meravigliosa Sonia Petrova). Nell'economia del film gioca un ruolo importante la compagnia di vitelloni a cui si aggrega il protagonista, nella quale spicca - grazie all'ottima interpretazione di Giancarlo Giannini, ma anche al ruolo assegnatogli nella sceneggiatura - il ricchissimo Spider.
La pellicola, pur non avendo l'obiettivo di fare cronaca e catturare le tendenze della società italiana dei primi anni Settanta, ha forti radici nel reale. Gli studenti di Rimini post-sessantottini bramano le assemblee e le occupazioni, ispirati dai loro omologhi delle metropoli; fioriscono le discoteche; gli adulti e non solo sperimentano le droghe e il sesso libero. Ma questo è uno sfondo che il protagonista osserva con diffidenza, senza sentirsi davvero parte di quel mondo in cambiamento e in fermento.
Il vero obiettivo di Zurlini è una duplice indagine: psicologica del suo protagonista, e sul sentimento dell'amore. Lo strumento di indagine del regista è Alain Delon, che offre un'interpretazione intensa e impeccabile, spogliato dal ruolo di sex symbol e denudato del suo fascino. La fotografia del film è sfruttata al massimo per fare da pendant con il suo stato d'animo: domina il grigiore della nebbia, dei palazzi in costruzione e di quelli diroccati, e la spiaggia è battuta dal mare in burrasca e coperta dalla sporcizia depositata dall'alta marea.
Attorno all'attore è costruita una sceneggiatura nella quale viene prestata attenzione anche ai minimi dettagli. Nella visione nichilista di Zurlini, l'amore non è tanto un sentimento quanto un male fisico, e il protagonista non riesce a guarirne.
Se proprio si vuole trovare un difetto in questo film, ingiustamente dimenticato dalla memoria collettiva, è la colonna sonora, utilizzata anch'essa - in particolare con gli assoli di tromba - per rimarcare la malinconia e la disperazione che aleggiano per tutta la pellicola, ottenendo però un effetto esagerato. Questo dettaglio non impedisce certo di considerare "La prima notte di quiete" come uno dei grandi film del cinema italiano.
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