Un pasteur

  


Un pasteur
Regia di Louis Hanquet
Francia, 2024

Un pasteur è un documentario di Louis Hanquet ambientato nel presente in un territorio alpino di lingua francese.
Ho usato l'espressione vaga "territorio alpino di lingua francese" perché nel corso del film non viene specificato con precisione su quali montagne il pastore conduce le sue pecore al pascolo e in quale centro abitato si trova la sua stalla. Istintivamente, guardando il film e sapendo che è una produzione francese, ho pensato alla Francia, ma potrebbe trattarsi della Svizzera. Per accertarsene, lo spettatore dovrebbe avere conoscenze tali da essere in grado di riconoscere le montagne (oppure, al termine del film, cercare qualche articolo scritto da chi le ha riconosciute). Io non sono stato in grado di riconoscerle, e comunque riconoscerle non è essenziale.
E' essenziale alla comprensione del film, invece, proprio il notare che non viene specificato dove è ambientato il film, e che è lasciato allo spettatore l'onere eventuale di ricavare questa informazione.
Non è l'unico elemento del film sul quale il regista è rimasto volutamente vago. Per esempio il pastore protagonista del film viene mostrato più volte nell'atto di catturare una delle sue pecore e curarla: non viene detto di quale malattia soffrono le pecore e cosa fa l'uomo per curarle, ma semplicemente vengono messe davanti allo spettatore delle immagini di lui che svolge quel lavoro.
A ben vedere tutto il documentario è strutturato in questo modo. Non si tratta infatti di un film descrittivo in cui il regista vuole mostrare come occupa le sue giornate un pastore, quali sono le sue mansioni e come le svolge. E' invece una pellicola introspettiva nella quale viene messo al centro un essere umano abituato a vivere in ambienti e ad avere preoccupazioni e impegni fuori dal comune.
Le immagini della vita del pastore - il suo accudire le pecore, curarle, seppellire le carcasse di quelle mangiate dai lupi, tosarle, accompagnarle dall'alpeggio all'ovile - sono il mezzo per avviare un'indagine interiore sul pastore stesso. Le informazioni su quello che il pastore fa, che sarebbero proprie di un documentario descrittivo e informativo, sono carenti - anzi, quasi totalmente assenti - perché sono concepite come un guscio oltre al quale è celata la vera essenza del film, cioè l'interiorità del pastore.
Di questa interiorità non viene fatta parola. Sono le azioni del pastore - il guscio esterno mostrato dalle immagini cinematografiche - che hanno il compito di esprimere l'interiorità.
Il film ha vinto meritatamente la Genziana d'Oro al Trento Film Festival.

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