Aftersun
Regia: Charlotte Wells
Con Francesca Corio, Paul Mescal, Celia Rowlson-Hall
Gran Bretagna, USA, 2022
Aftersun, sceneggiato e diretto dalla quasi esordiente Charlotte Wells, è un film all'apparenza lineare e minimale. Ambientato in Turchia negli anni Novanta in un albergo simile a un villaggio turistico, ha come protagonisti un padre appena trentenne (interpretato da Paul Mescal) e la figlia di undici anni (la bravissima Frankie Corio), e narra la loro vacanza apparentemente spensierata, fra immersioni subacquee, nuotate in piscina, serate passate cantando al karaoke e tanti altri passatempi.
La vacanza è mostrata sotto forma di ricordo da parte della figlia ormai trentenne, che nel passato ripensa a quelle giornate assieme al padre. Siccome durante la vacanza i due avevano con loro una videocamera digitale usata spesso dalla figlia, la ragazza trentenne ha quel materiale visivo a fare da ossatura ai suoi ricordi, che come detto danno vita a una storia apparentemente lineare.
Il primo merito della regista e sceneggiatrice è di essere riuscita a fare sì che il resoconto di una banale vacanza al mare riesca a reggere tutta la pellicola. Il secondo merito è di avere messo in crisi questa linearità e banalità con pochi tocchi.
Innanzitutto la semplicità della trama portante è incrinata da un piccolo stratagemma della sceneggiatura. Siccome le vite dei due protagonisti sono mostrate "in diretta" e "in media res", non c'è nessuno spiegone su chi sono, che vite conducono e cosa è successo in precedenza. Ogni tanto viene inserito con naturalezza un accenno al loro passato e al loro rapporto, ma sta allo spettatore unire i fili e orientarsi.
Ma ciò che davvero scardina la semplicità del film è l'inserimento in più occasioni di brevi sequenze ambientate in una discoteca buia e illuminata ritmicamente da luci stroboscopiche, nella quale ballano il padre e la figlia all'età di trent'anni, lui disorientato e forse drogato e lei incapace di raggiungerlo a causa della folla. Va notato inoltre che al termine del film padre e figlia si separano nell'aeroporto e lui imbocca un corridoio al termine del quale c'è una porta che si apre sulla misteriosa pista da ballo. Altrettanto misteriosa è una sequenza in cui il padre, in piena notte alla vigilia del ritorno a casa, va a piedi in spiaggia ed entra nell'acqua, avvolto dal buio.
Naturalmente le sequenze ambientate in discoteca non sono collocabili sul piano del reale, e vanno invece lette come delle metafore. Da piccoli indizi seminati lungo il film si intuisce che probabilmente il padre soffre di depressione, e che dopo la vacanza la figlia non lo vedrà più. Le sequenze nella pista da ballo suggeriscono l'angoscia della figlia trentenne, impossibilitata a riabbracciare il padre. Può darsi che la metafora abbia la forma di una pista da ballo perché durante la loro ultima notte assieme nel villaggio turistico lei si è rifiutata di ballare con lui, non sapendo che non avrebbe più avuto altre occasioni.
Che fine ha fatto il padre dopo la vacanza? Perché la figlia non lo ha più rivisto? Non viene detto in modo esplicito. Io ho un'opinione che è frutto di un'interpretazione del tutto soggettiva. A mio parere il padre muore suicida tuffandosi di notte nel mare. Sebbene la figlia lo ritrovi addormentato nella loro camera all'alba del giorno dopo, si tratta di un falso ricordo creato per negare la realtà. Non a caso lei lo copre con un lenzuolo bianco e successivamente si separano all'imbarco in aeroporto: lei sull'aereo e lui verso la sala da ballo. Ma è solo un'opinione personale, dovuta al fatto che il film lascia volutamente allo spettatore dei margini di manovra.
Aftersun, interpretato da due grandi attori, è un film dal doppio volto, sull'educazione sentimentale e sessuale della ragazzina e sulla depressione nascosta e invisibile del padre, frutto di un lavoro attento e curato in tutti i dettagli da parte di un'ottima regista al suo primo lungometraggio.